venerdì 9 dicembre 2011

TANTO FUMO, NIENTE ARROSTO

Seguendo un po' da fuori quello che sta accadendo nello scenario indipendentista veneto degli ultimi tempi, mi viene sempre più spesso in mente il modo di dire tutto fumo, niente arrosto, che vuole metaforicamente ricordare che spesso la qualità di quello che si sta prendendo in considerazione non è quello che sembra (un arrosto succulento), ma il suo contrario (il fumo puzzolente che si produce cucinandolo).


Quasi per smania di apparire quello che non si è o semplicemente per ragioni dettate dal marketing di se stessi, si tenta di rappresentarsi come qualcuno che in realtà non si è. Ovvero, si punta (volontariamente o involontariamente) a mettere sotto una buona luce quello che poi si rivela del puro fumo negli occhi, invece di puntare all’arrosto che dopottuto c’è, anche se magari è piccolino e non è succulento come si vorrebbe.

Allora, in questa promozione forsennata di se stessi, si cerca di giocare con le parole, di costruire le frasi in modo che alla fine raccontando letteralmente la storia, questa sembra vera, ma che in realtà ha un altro significato o perlomeno la storia diventa talmente incerta che può essere interpretata a piacimento o avere più significati.  Cosa che potrebbe pure essere apprezzata in un contesto letterario, quando magari si sta leggendo un romanzo o guardando un film dalla fine incerta, ma che porta a dubbi, incomprensioni, sfiducia in quelle persone che ti stanno guardando e ascoltando quando stai facendo dell’indipendentismo (dove la concretezza, la lealtà e l’etica sono cose importantissime).

Per spiegarmi faccio un esempio su me stesso. Dovendomi presentare potrei raccontare di me questi fatti:
  • Laureato in Informatica all’Università di Venezia.
  • Baccelleriato in Matematica all’Università di Padova.
  • Specializzato in Robotica ed Agenti Mobili a Dublino, in Irlanda.
  • Pluriennale esperienza come professionista dell’Informatica.
  • Migrato dal Veneto per andare nel cuore dell’Europa (Lussemburgo) a svolgere molteplici importanti attività.
  • Consulente presso la Corte di Giustizia delle Comunità Europee.
  • Consulente presso EUROSTAT.
  • Consulente presso il Parlamento Europeo.
  • Consulente presso la Comissione Europea.
  • Consulente esterno presso la Corte Europea di Diritti dell’Uomo di Strasburgo.
  • Amante del teatro, ha svolto numerosi laboratori e corsi teatrali e promuove il teatro veneto e in lingua veneta presso le associazioni di veneti presenti in Lussemburgo.
  • Professore a contratto presso l’Università del Lussemburgo.

Ecco, messi i punti della lista in questo modo fanno la loro bella figura e sono sicuro che molti stanno pensando:  epperò, mica male!

Ora, volendo, io potrei utilizzare questi fatti per pompare me stesso, fare del marketing sulla mia figura e rendermi alla luce degli altri sicuramente molto più brillante di quello che forse sono.


Ma, se contestualizziamo i fatti sintatticamente del tutto corretti che ho scritto qui sopra, vedrete che la luce cambierà, magari non di molto, ma a molti di voi farà cambiare il proprio punto di vista sul sottoscritto.


Proviamoci:

- la laurea è vera, su questo non ci piove è uno dei fatti della precedente lista a non aver bisogno di altre spiegazioni.

- il baccelleriato in Matematica (ovvero i primi tre anni di Università come erano nell’ordinamento degli studi accademici precedente a quello oggi esistente in Italia).  Per uno che si è laureato in Informatica (indirizzo teorico) al tempo era quasi banale prendere il baccelleriato in Matematica. Buona parte degli esami fatti ad Informatica venivano riconosciuti, specie quelli uguali per i due Corsi di Laurea, tanto che mi sono ritrovato direttamente iscritto al Terzo anno.  Detta così risulta forse agli occhi di chi legge questa cosa risulta un po' più terra terra di quello che poteva sembrare inizialmente.

- idem per la specializzazione in Robotica. Ero in Irlanda per alcuni mesi, per lavoro, e avevo una passione sfrenata per un professore dell’Università di Dublino, il quale ammiravo per un software che aveva realizzato e che veniva usato in ambito prettamente accademico. Sono andato a conoscerlo. Una volta che ci siamo fatti quattro chiacchere, lui mi chiese su che tema avessi fatto la mia tesi... Robotica... Ah! Vieni a iscriverti al nostro Corso di Specializzazione che inizierà a giorni, che ci mancano studenti e la tua esperienza già acquisita (effettivamente avevo passato un anno e mezzo nel laboratorio CNR di Padova) potrebbe farci comodo! E così fu. Ricevetti la specializzazione quasi ad onoris causa, dato che mi venne pure chiesto di tenere alcune lezioni durante il corso.

- anche la mia pluriennale esperienza in Informatica è uno di quei fatti che non hanno bisogno di altre spiegazioni. Ci lavoro ormai da molti anni ed è il mio mondo da quando avevo 11 anni.

- Per quanto riguarda le mie consulenze presso le Istituzioni Europee. Io sono un informatico e ormai da tempo rivesto ruoli da senior. Quando arrivai in Lussemburgo in cerca di lavoro, non me lo aspettavo, ma qui tutti gli informatici in un modo o in un altro hanno a che fare con le Istituzioni Europee. Vista dal Veneto questa cosa potrebbe sembrare ammirevole, invece qui è del tutto normale. Semplicemente, facendo il consulente senior, ho avuto modo di conoscere un po’ di più e meglio il contesto europeo che non fossi stato uno junior. Io penso che la cosa più ammirevole non sia nemmeno questa, quanto il coraggio che ci è voluto per mollare tutto (io avevo già famiglia) per iniziare una nuova vita in un Paese straniero... Ma come il sottoscritto, lo hanno fatto molti e molti altri... non sono l'unico e nemmeno il migliore.

- Il teatro, è una passione come un’altra... Solo che magari dire faccio teatro fa figo.

- fare il professore a contratto all’Università del Lussemburgo (e non è l’unica dove l’ho fatto). Prima di tutto c'è da precisare : l'ho fatto in passato e ora non lo faccio più (spesso, molti si dimenticano di precisare alcuni particolari).
In Lussemburgo come altrove (in Italia e in Veneto), essere un professore a contratto vuol dire essere pagati pochissimo.
Una persona che fa il professore a contratto non ci campa con i soldi che riceve dall’Università. Chi fa il professore a contratto? In genere lo studente appena uscito dall’Università, che senza lavoro vuole raccimolare qualche soldo. Oppure il professionista, che vuole fare un po’ di marketing su se stesso (stimola sempre interesse uno che si presenta come professore, no?) o semplicemente vuole avere una piccola entrata extra. Oppure (caso del tutto italiano) il ricercatore, assistente di qualche professorone, che desidera mettersi un po’ in mostra o semplicemente perché qualche Euro in più in tasca gli fa comodo. Oppure... lo sfigato, che piuttosto di niente è meglio piuttosto.

Bene, raccontata così vi sembro moooolto più umano che non dopo aver letto la lista iniziale. No?
 Anche se, immagino, raccontare la verità e comunque spiegare in dettaglio una lista asettica forse mi ha reso più piacevole ai vostri occhi, anche se non figo.

In realtà, una mia soddisfazione io ce l'ho avuta. Io sono il primogenito di tre fratelli, mio padre, quinta elementare, ora in pensione, ha lavorato prima come falegname e successivamente come operaio; mia madre, quinta elementare, casalinga, abbandonò la fabbrica dove lavorava quando io venni al mondo, perché non aveva nessuno che la potesse aiutare.  Io e i miei fratelli ce l'abbiamo fatta, ognuno lavorando sodo, con grossi sacrifici, e grandissime rinunce.  La cosa che mi da soddisfazione è che io sono riuscito ad andare molto, ma molto oltre di dove è arrivato mio padre e io spero che così sarà pure per mio figlio. Questo è importante.  Ma tutto questo non fa figo.


Io penso che nelle cose serie della vita ci si debba concentrare sull’arrosto, anche se piccolo e magari non succulento come si vorrebbe.  Altri amano perdersi nel fumo.  Ma non siamo tutti uguali a questo mondo.


Però.  Ditemi la verità. Vi sto molto più simpatico io, con tutti i miei difetti, che tanti altri. Vero? ;-)

Andrea
Venetkens Luxembourg

3 commenti:

  1. E con questo?
    Io ritengo il tuo curriculum di tutto rispetto, cosa c'entra il fatto che alcune cose non siano state molto remunerative? Hai o non hai fornito un servigio apprezzato? Chiunque poteva farlo o solo alcuni erano qualificati per farlo?
    Questa è la discriminante. Non la paga.
    Non è lo sminuire alcune tue esperienze che ti renda più simpatico o più umano. Einstein era disumano forse? ...e pare fosse pure un tipo simpatico e divertente!
    Sulla carta le tue qualifiche sono di sicuro rilievo, certamente sudate e meritate ma che dal racconto che ci hai dato traspirano un profondo sentimento di rivalsa, nonostante ciò esistono e il tentare di sminuirle a me pare sia un modo un po' borioso di voler squalificare chi come te ha fatto le sue conquiste, ma che a differenza di te fa (leggittimamente) il suo "marketing".
    Andrea, non è che il sapone della nonna sia migliore di quello Palmolive solo perché il primo non è pubblicizzato a differenza del secondo.
    E non mi pare che il "sapone" che tu accusi essere troppo fumo e poco arrosto sia proprio così (almeno se ho inteso il tuo riferimento che non citi esplicitamente).
    E lasciami dire infine che forse assumere posizioni per sentito dire è sembre una mossa azzardata.

    Critica detta in amicizia questa, sia chiaro.

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  2. Ciao Claudio!


    Mi dispiace constatare che non sono stato chiaro.


    Io contesto nell'indipendentismo veneto attuale (in entrambi gli schieramenti attualmente inquadrabili nel panorama veneto) una sorta di civetteria pubblicizzata, che per il contesto dove viene applicata (il Veneto) e al pubblico al quale viene propinata (i veneti) a mio avviso risulta veramente dannosa. Il perché, se mi dai un po' di tempo, potrei spiegartelo in un prossimo post.


    Contesto anche (e in questo caso il mio post è rivolto ai veneti tutti che si sentono indipendentisti o che sono all'ascolto del panorama indipendentista) una sorta di metodo di presentare loro le informazioni che è sicuramente fuorviante.


    Ed è questo che ho voluto spiegare nel mio post: se scrivo una lista di frasi (in Logica li chiamano fatti), tali frasi se non meglio contestualizzate possono portare l'ascoltatore (lettore) a immaginare o pensare qualcosa che in realtà non è come lui l'aveva intesa... E da lì nasce l'eterna incomprensione e l'eterno dubbio su Tizio o su Caio o Sempronio.


    Se io dico queste cose ai diretti interessati (i protagonisti della vita politica indipendentista veneta), questi mi rispondono dicendomi che è chi ascolta (o che legge) che deve essere così intelligente per capire e discernere.


    Allora, io preferisco rivolgermi agli altri veneti (non ai protagonisti), cercando di spiegare loro come a volte rischiano di essere convinti di aver capito una cosa, quando invece si tratta di un'altra... o di un'altra ancora... o di un'altra ancora...


    Penso che questo sforzo aggiuntivo di dettagliare meglio chi sono, cosa faccio e cosa voglio, per essere sicuro che il mio interlocutore abbia ben capito non potrà che tornare a mio vantaggio, anche se rischio di perdere un po' della luce del sole che ora mi illumina, perché so di aver guadagnato in fiducia... e chiarezza, rendendo il mio discorso, ma soprattuto me stesso, meno ambiguo.


    Ovviamente, per evitare di prendere qualcuno ad esempio, semplicemente ho considerato me stesso. Se poi tu intravvedi dell'altro, non posso farci niente.


    Ovviamente, se fai caso a quello che ho scritto, io non ho sminuito le mie esperienze, ma le ho contestualizzate, in deifnitiva le ho normalizzate, provando a scendere dal piedistallo.


    La contestualiizzazione delle informazioni, è una cosa che tutti conscono (e che in Logica hanno anche studiato e formalizzato) e che ti assicura di liberarti dalle ambiguità nel messaggio che stai dando agli altri.


    Quindi, il troppo fumo non sta nellle qualità che io ho o non ho, ma sul come le faccio intendere agli altri tali mie qualità.


    Da notare in più che, un effetto collaterale a questo marketing fuori luogo come io lo considero, è il fatto che i famosi protagonisti dell'indipendentismo veneto di cui ho parlato qui sopra, ad un certo punto smettono di ascoltare gli altri ... E questo diventa tremendo.

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